Le Fasi del Programma Terapeutico
Esso si articola nelle seguenti fasi:
a) La fase A: Preaccoglienza
b) La fase B: Residenzialità
c) La fase C: Reinserimento
Fase A - Preaccoglienza
La procedura di accoglienza si basa sul principio della volontarietà della richiesta di ammissione da parte dell’utente/richiedente. Dal punto di vista pratico questo significa che nonostante la richiesta d’invio possa avvenire da parte dei familiari, dei Servizi Pubblici, delle varie associazioni di volontariato e di terapeuti privati, l’utente/richiedente deve prendere contatti personalmente con gli operatori della struttura per formulare la sua richiesta di aiuto.
L’iter per l’accoglienza prevede due colloqui
conoscitivi e diagnostici finalizzati alla formulazione di una prima ipotesi di intervento.
Il primo colloquio si effettua con il richiedente e i componenti del suo nucleo famigliare (ove sia possibile), presso la sede della comunità.
Al secondo colloquio sarà richiesta solo la presenza del richiedente per verificare ulteriormente la sua motivazione rispetto al nostro programma di recupero. Dopo il primo colloquio, il t. d. dovrà recarsi al Ser.T. di appartenenza per concordare le modalità per l’inserimento comunitario e le indagini cliniche da effettuare.
L'ammissione, quindi, è consequenziale all’intervento di preaccoglienza, in cui l'utente sarà seguito congiuntamente dal suo Ser.T. e dalla C.T.
Qualora l’utente/richiedente sia detenuto in un carcere, è previsto uno scambio epistolare in cui il ragazzo formuli la sua richiesta di ingresso narrando la sua storia di vita e di tossicodipendenza, contemporaneamente, l’operatore referente per gli ingressi dal carcere, provvederà a presentargli il nostro programma comunitario.
Dopo i contatti con l’avvocato di fiducia e con il Ser.T di appartenenza, l’equipe terapeutica valuterà l’inserimento del soggetto sulla base dei dati raccolti.
Fase B - Residenzialità
01 Accoglienza e adattamento (da 0 a 6 mesi)
La fase dell’accoglienza inizia nel momento stesso in cui l’utente fa ingresso nella struttura.
Ogni nuovo utente avrà un accompagnatore, più anziano nel programma, che resterà al suo fianco per i giorni necessari a permettergli l’adattamento al nuovo contesto e l’apprendimento delle regole.
In questa fase si procede all’eventuale disassuefazione da farmaci sostitutivi secondo le indicazioni dei medici del Ser.T.
Dal momento dell’’ingresso in comunità è prevista la sospensione di ogni forma di comunicazione con l’esterno per tutta la durata del primo mese di permanenza in modo da effettuare la separazione dai condizionamenti preesistenti.
Dopo il primo mese, l’utente potrà riprendere i contatti con l’esterno, attraverso telefonate a cadenza mensile con la famiglia di origine, quindicinale con la famiglia nucleare. Gradualmente gestirà i primi incarichi, affidati dallo staff terapeutico, nella gestione delle attività comuni, quali le diverse attività lavorativa, la conduzione e cura della casa.
Sin dall’ingresso l’utente partecipa ai gruppi verbali d’incontro con frequenza settimanale come momento di confronto reciproco sulle emozioni, sulle difficoltà di adattamento e relazionali vissute nella quotidianità.
Questa è una fase di conoscenza per questo motivo l’utente dopo un relativo periodo di osservazione, inizierà i colloqui individuali con lo psicologo e le altre figure professionali operanti nella struttura, a cadenza settimanale, al fine di individuare problematiche personali.
Parallelamente al percorso individuale sarà coinvolta nel lavoro terapeutico anche la famiglia attraverso colloqui di consulenza presso la C.T. per focalizzare il percorso evolutivo d’ogni utente anche in riferimento alle relazioni famigliari.
02 La relazione (da 6 mesi a 10 mesi)In questa fase, a secondo delle indicazioni del progetto individuale formulato al momento dell’accoglienza e delle difficoltà personali incontrate, verranno affidati agli utenti incarichi che consentiranno loro di gestire i piccoli beni della comunità.In questo modo si favorisce lo sviluppo di un comportamento responsabile e la possibilità di sperimentare una certa autonomia di pensiero e di azione nella risoluzione dei vari problemi quotidiani, oltre alla capacità di reggere sia lo stress lavorativo, sia le frustrazioni nel gestire i rapporti con gli altri utenti con l’autorevolezza conseguita.
Si effettuano gruppi verbali di incontro con cadenza settimanale sulla tematica delle relazioni interpersonali attraverso l’elaborazione del vissuto personale ed il confronto con i compagni di percorso.
Verranno approfonditi i colloqui con la famiglia per affrontare le eventuali situazioni conflittuali che hanno caratterizzato le relazioni tra i vari membri del nucleo.
Se necessario, saranno effettuati interventi di consulenza e terapia familiare dalle figure professionali di formazione sistemico - relazionale, operanti all’interno della struttura sotto la supervisione dello specialista in psichiatria, nonché terapeuta familiare.
Al nono mese di permanenza comunitaria è prevista una prima verifica familiare che l’utente effettuerà con la presenza di un operatore, secondo i modi e i tempi stabiliti dallo staff terapeutico per il consolidamento degli obiettivi raggiunti.
03 La ricostruzione (dai 10 ai 14 mesi)
In questa fase gli utenti saranno avviati all'assunzione di maggiori responsabilità con l’attribuzione di autonomia operativa ed organizzativa nelle diverse mansioni quotidiane.
Inoltre saranno accompagnatori e guide dei compagni di percorso che non sono ancora autonomi.
Al dodicesimo mese di permanenza comunitaria, è prevista le seconda verifica socio familiare senza la presenza dell’operatore.
Dalla seconda verifica in poi, l’utente avrà la possibilità di ottenere l’autorizzazione ad effettuare le verifiche familiari ogni due mesi per periodi maggiori in modo da permettere all’utente di iniziare la ricostruzione della convivenza in famiglia e allacciare/riallacciare i rapporti con la rete amicale e sociale.
S’intensificano e si approfondiscono i colloqui e gli interventi individuali e famigliari.
In base alle prospettive di rientro in famiglia, alle risorse personali , lavorative e sociali, si decide insieme all’utente la strada da percorrere per il reinserimento socio-lavorativo.
Si inizia un’approfondita progettazione e preparazione al reinserimento socio lavorativo dell’utente orientandolo alla partecipazione, specie per chi non ha mai acquisito abilità specifiche, a corsi di formazione lavoro o a programmi di recupero degli anni scolastici.
Fase C - Il reinserimento sociale
Questa fase è un vero e proprio "allenamento" al reinserimento sociale che spesso, accoglie impreparati i ragazzi che portano a termine un programma in comunità. Questo procedere, darà agli operatori la possibilità di effettuare verifiche dirette sulla maturazione e crescita degli utenti di una fase che consideriamo la più "difficile" del percorso terapeutico perché prevede la verifica operativa degli strumenti acquisiti nel realizzare un comportamento sano e delle relazioni efficaci.
Il primo distacco (dai 14 ai 18 mesi)
In questa fase di circa due mesi gli utenti potranno lavorare in modalità part-time fuori dal contesto comunitario e trascorreranno il tempo residuo in comunità coinvolti nelle diverse attività e negli incontri con il gruppo di fase. Il lavoro del gruppo sarà concentrato sulle difficoltà, sugli ostacoli e/o le problematiche emerse e sull’analisi delle risorse personali.
Gli interventi individuali prepareranno al distacco definitivo dalla comunità.

L'autonomia
Per accedere a questa fase gli utenti avranno dovuto trovare un lavoro a tempo pieno o, che almeno, dia loro la possibilità di autogestirsi senza dover ricorrere all'aiuto di altri. Una volta la settimana faranno un incontro con il gruppo di fase presso la comunità.Nel gruppo si lavorerà sui conflitti e sulle ansie generate da questa nuova condizione. Gli utenti si prepareranno, sia sul piano formale che emozionale, al distacco totale dalla CT che li ha "protetti" fino a questo momento. Le famiglie saranno coinvolte per concordare i modi del reinserimento dell’utente nel contesto ambientale esterno.
Al fine del programma verranno mantenuti i contatti telefonici e visite periodiche con gli utenti per permettere loro di continuare i rapporti con la struttura che li ha ospitati. Questo ci permetterà di realizzare un attento esame di follow up e di monitorare l’andamento del fine programma, prevedendo in caso di difficoltà il loro sostegno tramite colloqui di counselling presso il Centro Ascolto.
L'utente completa il lavoro terapeutico con la partecipazione ad attività esterne alla struttura, che abbracciano vari campi della vita sociale:
Attività religiose. È garantita la cura della dimensione religiosa attraverso la partecipazione alla Messa domenicale e alle liturgie festive.
Attività sportive. Il programma prevede l’organizzazione di attività motorie e giochi di squadra il mercoledì e la domenica pomeriggio come momento di socializzazione e di educazione ad una migliore qualità della vita.
Attività di tempo libero. La comunità ha un rapporto costante con il territorio circostante vissuto sempre come grande risorsa da cui attingere per educare all’uso proficuo del tempo libero. Pertanto per tutta la durata del programma il rapporto con l’ esterno non manca mai seppur mediato dalla presenza costante degli operatori e con le necessarie limitazioni e verifiche. Vengono così privilegiate la partecipazione a manifestazioni sportive e culturali organizzate dai diversi enti e dalle associazioni di volontariato, culturali , e la partecipazione ad escursioni e gite organizzate dallo staff operatori della comunità.
Nel periodo estivo ( giugno, luglio) le attività sportive sono sostituite con pomeriggi al mare. Nel mese di agosto, inoltre, sono previsti quindici giorni di vacanza, durante i quali tutte le attività lavorative sono limitate alla cura e alla pulizia della struttura, in modo da permettere agli utenti di trascorrere alcune ore della giornata al mare sempre con la presenza degli operatori di turno.
Va precisato che gli utenti nella fase del reinserimento sono autorizzati ad uscite serali autonome o di gruppo per tre volte alla settimana senza la presenza degli operatori.
Assistenza sanitaria. A tutti gli utenti è garantita l’assistenza sanitaria per tutto il periodo di permanenza comunitaria. Gli utenti sono sottoposti a periodici esami ematochimici da effettuare presso le strutture sanitarie pubbliche, oltre a tutti gli esami clinici diagnostici che il medico della comunità riterrà necessari.
Attività di formazione. Dalla terza fase del programma terapeutico gli utenti vengono sollecitati a frequentare programmi serali di recupero degli anni scolastici presso i diversi Istituti Scolastici che offrono tale servizio ed a partecipare ad attività di formazione professionale promosse dalle diverse agenzie esterne utili al raggiungimento di competenze lavorative specifiche e necessarie all’ inserimento nel mondo del lavoro.
Attività lavorative esterne. La fase del reinserimento sociale prevede il graduale inserimento nel mondo del lavoro degli utenti, in considerazione delle loro competenze e professionalità oltre che della domanda di lavoro presente nel territorio. In considerazione delle enormi difficoltà e, a volte, dei pregiudizi che gli utenti si trovano a dover affrontare nel momento in cui si proiettano nel mondo del lavoro, è stata costituita nel 2001 la Cooperativa sociale di tipo B “ La Casa di Miryam” per creare alternative di lavoro. La Cooperativa, puntando sulle diverse professionalità e competenze acquisite nel corso degli anni comunitari, ha attivato un laboratorio di falegnameria e di restauro mobili; svolge attività di promozione pubblicitaria e volantinaggio, lavori di manutenzione e giardinaggio per conto di privati e, assemblaggio, vendita e assistenza di hardware w software.
Verifiche periodiche. Il programma prevede verifiche periodiche nel contesto socio familiare di provenienza. Al nono mese di permanenza comunitaria, l’utente effettuerà la prima verifica di 48 ore presso il domicilio della famiglia di origine o di procreazione, accompagnato dall’operatore.
Al dodicesimo mese di permanenza comunitaria, è prevista la seconda verifica socio famigliare di 48 ore che l’utente effettuerà senza la presenza dell’operatore, sempre presso il domicilio della famiglia di origine o di procreazione. Dalla seconda verifica in poi le verifiche socio famigliari avranno una frequenza bimestrale e una durata molto più lunga in considerazione del progetto individuale di reinserimento sociale.